Le sezioni del nostro sito

sabato 18 febbraio 1989

Come intendo lo «Sportivo veterano»


 da "Il Veterano Sportivo" Febbraio 1989

Come intendo lo «Sportivo veterano»

A margine del comunicato n° 2/89 che leggete su questo foglio è lecito che Vi chiediate  amici veterani, cosa sta succedendo nel C.D.N. dell'UNVS e le ragioni che hanno turbato e che potranno ancora amareggiare molti di noi. Quanto esposto nel comunicato è la sintesi di una vicenda nata a seguito di un errore lessicale (dimissioni in luogo di trasferimento) usato per richiedere un passaggio da una sezione ad un'altra e l'interpretazione ad un articolo dello Statuto.

Constatato che l'errore è stato commesso in «buona fede» e che non vi era da parte dei richiedenti responsabili la precisa e manifesta volontà di uscire dai ranghi dell'Unione  sentito anche il parere dell'Ufficio Legale del C.O.N.I. favorevole allo statu quo in seno all'Unione del vice-presidente del Centro e del delegato regionale locale con le prerogative elettive a loro delegate, la questione veniva chiusa dal C.D.N. con espressione di maggioranza - sette dello stesso parere, due contrari ed una astensio­ne (l'interessato) - nel corso della riunione di Consiglio Direttivo tenutasi a Siena il 3/6/88.
Non intendo qui continuare la polemica, ma sento dal profondo della mia sensibilità di ricordare che la nostra è un «UNIONE» spontanea di sportivi che hanno creduto e credono in valori ed in ideali tali da dover tramandare alle giovani leve. Sono dispiaciuto  amareggiato e particolarmente preoccupato per quanto si è verificato in seno al C.D.N., memore del trascorso caso Rodoni-di Cugno.
Il vice presidente vicario di Cugno, in tre occasioni nel decorso della mia presidenza, ha sottolineato situazioni e fatti che hanno creato particolare disagio e reazioni nei componenti il C.D.N.. Personalmente ne sono uscito a testa alta con il supporto e la fiducia dei membri consiglieri, ma questa «impuntatura» avversa a Bagaglia e a Piz­zi, l'atteggiamento «autonomo» di comportamento del vice-presidente vicario sono realtà che vanno verificate e c'è da chiedersi il perché di tanta severità e solerzia.
A mio avviso, l'Unione è diventata grande e forte, ma può e deve crescere ancora; certo, però, non con le impuntature e con i regolamenti alla mano (visti solo da un lato), ma con equilibrio, senso del dovere e rispetto del prossimo e del suo pensiero de­mocratico.
Edoardo Mangiarotti