Da “Il veterano Sportivo” Marzo 2009
Carlo Monti
Edo Mangiarotti da atleta e da dirigente |
L'uomo dal braccio sinistro d'oro. L'uomo è Edoardo Mangiarotti, una vita intera spesa per lo sport, dapprima come atleta e poi come dirigente.
A 17 anni era già campione olimpico a squadre di fioretto, a quasi novant'anni è ancora sulla breccia come presidente di diverse associazioni, fra le quali quella dei Benemeriti del Comune e della Provincia di Milano. Nato in una famiglia dove la scherma era il pane quotidiano per tutti, come si può annotare da una foto d'archivio che presenta la famiglia Mangiarotti, È un quintetto di lusso, la mamma Rosetta, i tre figli Mario, Dario ed Edoardo e papa Giuseppe. È una foto storica, che parla di scherma da oltre un secolo.
Nel quintetto su tutti svetta Edoardo, il nostro personaggio, che ha alle spalle più di settant'anni di matrimonio con la scherma. Lui stesso racconta che, a 8 anni, il padre, valente istruttore, gli impone il fioretto, un poco per sviluppargli il fisico, molto perché la scherma è il viatico di tutta la famiglia, mamma e papa compresi. Poi sarebbero venuti i figli, Dario, Edoardo e Mario. Ma soprattutto i primi due diventano famosi ed in modo particolare Edo, che, a fine camera, è l'atleta più medagliaio del mondo. Attraverso cinque Olimpiadi (1936-1948-1952-1956-1960), dieci campionati mondiali, due edizioni dei Giochi del Mediterraneo, un campionato mondiale universitario, cinque campionati italiani. Enumerarle si teme sempre di sbagliare, assegnandone qualcuna in meno.
Cerchiamo di contarle bene. Alle Olimpiadi 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi; ai campionati mondiali
15 ori, 8 argenti e 5 bronzi; ai Giochi del Mediterraneo 2 ori, 3 argenti ed 1 bronzo; ai campionati mondiali universitari 3 ori; ai campionati italiani 5 ori. Per un quarto di secolo è rimasto sulla breccia, fiorettista di grazia e spadista di forza;
da quasi ragazzo, a 17 anni, quando a Berlino, all'Olimpiade del 1936, dopo che il padre anni prima lo ha impostato mancino, vince la sua prima medaglia d'oro, a squadre, nel fioretto; fino al 1969 quando, a Roma vince le ultime medaglie, una d'oro nella spada a squadre ed un'altra d'argento nel fioretto a squadre. :
A 17 anni era già campione olimpico a squadre di fioretto, a quasi novant'anni è ancora sulla breccia come presidente di diverse associazioni, fra le quali quella dei Benemeriti del Comune e della Provincia di Milano. Nato in una famiglia dove la scherma era il pane quotidiano per tutti, come si può annotare da una foto d'archivio che presenta la famiglia Mangiarotti, È un quintetto di lusso, la mamma Rosetta, i tre figli Mario, Dario ed Edoardo e papa Giuseppe. È una foto storica, che parla di scherma da oltre un secolo.
Nel quintetto su tutti svetta Edoardo, il nostro personaggio, che ha alle spalle più di settant'anni di matrimonio con la scherma. Lui stesso racconta che, a 8 anni, il padre, valente istruttore, gli impone il fioretto, un poco per sviluppargli il fisico, molto perché la scherma è il viatico di tutta la famiglia, mamma e papa compresi. Poi sarebbero venuti i figli, Dario, Edoardo e Mario. Ma soprattutto i primi due diventano famosi ed in modo particolare Edo, che, a fine camera, è l'atleta più medagliaio del mondo. Attraverso cinque Olimpiadi (1936-1948-1952-1956-1960), dieci campionati mondiali, due edizioni dei Giochi del Mediterraneo, un campionato mondiale universitario, cinque campionati italiani. Enumerarle si teme sempre di sbagliare, assegnandone qualcuna in meno.
Cerchiamo di contarle bene. Alle Olimpiadi 6 ori, 5 argenti e 2 bronzi; ai campionati mondiali
15 ori, 8 argenti e 5 bronzi; ai Giochi del Mediterraneo 2 ori, 3 argenti ed 1 bronzo; ai campionati mondiali universitari 3 ori; ai campionati italiani 5 ori. Per un quarto di secolo è rimasto sulla breccia, fiorettista di grazia e spadista di forza;
da quasi ragazzo, a 17 anni, quando a Berlino, all'Olimpiade del 1936, dopo che il padre anni prima lo ha impostato mancino, vince la sua prima medaglia d'oro, a squadre, nel fioretto; fino al 1969 quando, a Roma vince le ultime medaglie, una d'oro nella spada a squadre ed un'altra d'argento nel fioretto a squadre. :
Per oltre quarant'anni vive di pane e scherma agonistica; poi continua per lungo tempo ad istruire nuove leve. E - per la gloria - passa il testimone alla figlia Carola. E poi giornalista, diligente, presidente dell'Amova (l'Associazione delle Medaglie d'Oro al Valore Atletico) e dell'Unione Veterani dello Sport (è presidente da 38 anni) ma anche nei posti di massima autorità nella sua Federazione Internazionale Scherma. Sempre con la stessa grinta, lo stesso impegno, con l’identica caparbia volontà perché non vengono mai meno traguardi importanti. Nel 2001 è designato Atleta Italiano del Secolo; e del suo fioretto e della sua spada fa dono al Museo dello sport di Losanna. Fra le tarsie onorificenze il cavalierato di Gran Croce, l'Ordine Olimpico, il Collare d'Oro al Merito Olimpico, il Sigillo Longobardo, lo Challange Chevalier Feyerick. Edoardo Mangiarotti, 88 anni ben portati, è insignito di due medaglie d'oro, nel 1960 della Provincia con la seguente motivazione: "Raro esempio di longevità sportiva, ha chiuso l'attività agonistica con i Giochi di Roma conquistando nella sua carriera 13 medaglie olimpiche (6 d'oro, 5 d'argento, 5 di bronzo) e 26 medaglie mondiali (13 d'oro, 8 d'argento, 5 di bronzo)”. Trent'anni dopo dal Comune riceve la Medaglia d'Oro di Benemerenza Civica con la seguente motivazione: "Campione di scherma dall'eccezionale curriculum costellato di medaglie e riconoscimenti ai più alti livelli nazionali ed internazionali. Per le doti atletiche e morali la sua figura è e sarà d'esempio non solo a tutti gli sportivi come arricchimento dello spirito ed esaltazione delle più elevate qualità morali".
Ma perché uomo dal braccio sinistro d'oro? Il padre di Edoardo, Giuseppe, a suo tempo agonista di razza, spadista di talento, olimpico di spada a Londra nel 1908 con un 4° posto assieme a Marcello Bertinetti, Riccardo Nowak ed Abelardo Olivier, diviene successivamente insegnante per vari circoli ed ovviamente anche per i figli. Intuisce subito il talento di Edo, anche se ha solo otto anni. Gli piace il modo con cui si impegna ed intuisce che - se le premesse e le promesse non verranno meno - ha a che fare con un campione. Lo studia, capisce che dovrebbe cambiare qualche cosa. Giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, tra un incoraggiamento ed una paternale, fra una carezza ed uno scappellotto, nulla concedendo all'amore di padre, lo studia, lo sprona. Finalmente ha l'intuizione giusta. Obbliga il figlio a dimenticarsi del braccio destro e ad usare il sinistro. Solo il sinistro. Le prima volte non mancano le difficoltà; poi piano piano con Edo che ci mette tutto l'impegno possibile l'impostazione con il braccio sinistro riesce perfettamente. E l'inizio, il primo passo verso una leadership che durerà - in campo agonistico - fino alle Olimpiadi di Roma, quando Edo ha superato i 41 anni Campione, dunque, anche di longevità. Quel ragazzino che usava il sinistro, fors'anche con un po' di malavoglia, piano piano si afferma, vince, batte e strabatte gli avversar! per arrivare ad un palmarès di successi insuperabile. Con un ricordo particolare a papà Giuseppe, l'autore del braccio sinistro d'oro.
Le foto pubblicate su questo numero de II Veterano Sportivo e riguardanti Edo Mangiarotti sono state gentilmente offerte da Omega Fotocronache di Vitaliano Liverani, che ringraziamo sentitamente