PESARO- Erano presenti quasi cento persone al convegno “Etica e sport: crescere
nel rispetto delle regole” organizzato dal Panathlon di Pesaro nella Sala “W.
Pierangeli” della Provincia. Due i relatori del convegno, Mattia Piccinini,
arbitro di calcio noto suo malgrado per essere stato aggredito nella partita
di Seconda Categoria tra Borgo Pace e Schieti, e l’ex arbitro internazionale di
basket Fabio Facchini.
I due hanno parlato davanti ad un pubblico composto
principalmente da ragazzi provenienti dai settori giovanili della VL di
basket, della Vis Pesaro di calcio e del Pesarovolley. A fare gli onori di
casa il Presidente del Panathlon di Pesaro Alberto Iaccarino, che ha voluto
questo convegno per onorare la missione del Club di diffondere la cultura del
fair play. L’Assessore Provinciale allo Sport Massimo Seri, come panathleta,
ma anche come ex arbitro, ha introdotto i due relatori, ed ha sottolineato
che lo sport sia un veicolo straordinario per inviare messaggi alle giovani
generazioni e, per trasporre facilmente il rispetto delle regole dal gioco
alla vita di tutti i giorni. Il tema principale toccato da Facchini e
Piccinini è stato quello dell’educazione. Anche gli arbitri sono educatori e
non sono un male necessario all’interno di una partita. I giudici di gara non
hanno solo il compito di vigilare, ma contribuiscono a rendere più
coscienziosi i componenti delle due squadre. Per farlo hanno bisogno di
autorevolezza e non di autorità. Questa è la visione ideale del giudice di
gara, che avrebbe vita molto più facile se potesse contare sulla
collaborazione di tutti soprattutto a livello giovanile. Allenatori,
dirigenti e genitori devono contribuire ad alimentare la cultura del rispetto
per rendere davvero efficace il ruolo educativo dell’arbitro. A disposizione
dei soci del Club è poi rimasto Fabio Facchini, che, nel corso della
conviviale, non si è tirato indietro e ha risposto a tutte le domande. La più
scomoda risale alla famosa partita dell’Aprile 1992, Gara 2 della Finale
Scudetto tra la Scavolini Pesaro e la Benetton Treviso. Facchini era il
secondo arbitro del match, il primo era Pietro Pallonetto. Due gli episodi
contestati sul finire della partita la spinta di Kukoc a Daye non fischiata e
un fallo di Gracis sempre su Kukoc. Chiusa questa parentesi non da poco per i
tifosi pesaresi, Facchini ha parlato della sua scelta di smettere di
arbitrare con un anno di anticipo. Scelta che ha voluto prendere per chiudere
in bellezza la carriera che lo ha visto fischiare in 702 partite in tutto il
mondo. L’onore più grande è stato quello di arbitrare alle Olimpiadi, mentre
la partita che più gli è rimasta impressa è stata quella che arbitrò dopo la
Guerra dei Balcani tra serbi e croati in un palazzetto dove c’erano più
poliziotti che tifosi. Attualmente ricopre il ruolo di Responsabile Unico
degli Arbitri di Serie A, ma il suo sogno rimane quello di arbitrare in NBA.
Sogno tuttora realizzabile visto che in America non ci sono limiti di età. E
se Dick Bavetta, classe ’39, ancora non ha appeso il fischietto al chiodo,
c’è speranza anche per Fabio Facchini. Dopo l’episodio del 1992 si può
finalmente dire che l’arbitro Facchini sia un amico della Pesaro cestistica,
il Panathlon serve anche a questo.
Luca Ciuffoni
da Panathlon International
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