dal Sito Nazionale UNVS
L´addio
di Baldassare Porto
Sabato 30 novembre si è
spento, a quasi 91 anni, dopo una lunga vita, serena ed operosa, Baldassare
Porto, le sue sono le pagine più belle dell´atletica siciliana e azzurra. Nato
a Catania il 19 gennaio 1923, con Porto ci si trova di fronte al primo
specialista di rilievo avuto dalla Sicilia sui 400 metri. Il giro di pista e la
velocità per lui erano la vita e sino agli ultimi istanti seguiva con passione
e interesse l´evolversi di queste specialità, naturalmente
l´attenzione era
rivolta soprattutto ai suoi eredi catanesi, come Filippo Di Mulo, prima come
atleta e negli ultimi anni come tecnico, Claudio Licciardello, Domenico Rao,
Francesco Scuderi, Alessandro Cavallaro, Rosario La Mastra, Anita Pistone.
Adesso l´ultimo virgulto della covata Di Mulo, l´allievo Giuseppe Leonardi e
per lui non ha avuto il tempo di gioire per la sua medaglia bronzo proprio il
30 novembre alle Gymnasiadi di Brasilia nei 400. Il Signore l´ha voluto prima
tutto per sé.
Saro, così era chiamato
da tutti, studiava all´Istituto Commerciale De Felice e doveva andare all´Opera
Balilla per l´Educazione Fisica. Era vicino alla via Plebiscito e, per arrivare
prima, con i compagni attraversava la Villa Bellini. Un giorno non resse alla
tentazione di sfidare un compagno che si dava delle arie. Raccontava divertito:
«Si vantava di essere veloce, ma l´ho stracciato. È stato un trionfo e davanti
a tutti i compagni». Il suo primo passo, seppur involontario, verso le gare.
Nel 1939 aveva sedici anni e questo il suo ricordo: «Entrando al Cibali mi
stupivo di ogni cosa, di ogni gesto. Sono rimasto affascinato e paralizzato.
Anche in gara purtroppo. Ma io non sapevo neanche cosa fosse il Ludo
juvenilis».
Ai Campionati Siciliani
Assoluti, di titoli ne ha collezionato la bellezza di quindici: tre nei 100,
nove nei 200, tre nei 400. Il primo nel 1942 (24"7 nei 200 metri),
l´ultimo nel 1957 (22"3 sempre su questa distanza). Tesserato con il
Giglio Bianco di Catania, vinse nei 400 tre volte di fila, nel 1945
(52"8), 1946 (51"2) e 1947 (52"9). Su questa sua distanza di
parata da 51"3 (Bologna, 21/10/1945), abbasserà ancora il primato
siciliano in altre cinque tappe: il già citato 51"2 (Catania, 22/06/1946),
50"7 (Milano, 13/07/1947), 49"6 (Palermo, 16/05/1948), 48"9
(Roma, 22/06/1948) e infine 48"8 il 3 luglio 1948 a Firenze. Nel 1950,
tesserato con l´ATA Trento, conquisterà il titolo di campione italiano agli
Assoluti di Torino con 47"8, una maglia di cui andava orgoglioso ed era
capace, trascorsi più di 60 anni, di descrivere la gara metro per metro sino al
traguardo vittorioso.
Porto ha collezionato
14 maglie azzurre dal 1948 al 1955 ed è stato il terzo siciliano a prendere
parte ai Giochi Olimpici, dopo Giovanni Frangipane a Parigi 1924 e Salvatore
Mastroieni a Berlino 1936, Due le sue presenze, a Londra 1948, anche se non
scese in pista perché infortunatosi il giorno prima della gara ed Helsinki 1952
nella staffetta 4x400, composta da Porto, Gianni Rocca, Luigi Grossi e Armando
Filiput, finita quarta nella batteria con 3´15"2. Nel 1948 il suo
sostituto, Gianni Rocca, primo frazionista, si strappa dopo 100 metri e
abbandona. Medaglia d´argento agli Europei di Bruxelles 1950 sempre nella 4x400
con Porto, Filiput, Luigi Paterlini e Antonio Siddi, 3´11"0 contro
3´10"2 degli inglesi, nuovo primato italiano che resisterà sino al 1956.
Argento pure ai Giochi del Mediterraneo di Barcellona 1955 nella staffetta del
miglio.
Ancora sino a pochi
mesi fa era una miniera di aneddoti e fatti inediti, raccontati al
sottoscritto, conoscendo la sua passione per la statistica e la ricerca storica
dell´atletica leggera, non c´era inchiostro che bastasse per poter appuntare
tutto. Nelle soventi visite a casa sua in via Basile, ci mostrava fiero le sue
onorificenze: Cavaliere al merito della Repubblica Italiana, Stella d´Oro al
merito sportivo, Medaglia di bronzo del Coni al valore atletico, Palma d´Oro
della Fidal, Distintivo d´Onore e Distintivo d´Argento (1987) dell´Unione
Nazionale Veterani dello Sport. Non parliamo della sua fiammante divisa
azzurra, ben riposta nell´armadio e ora indossata per l´ultima volta nel
momento dell´addio. Ecco come narrava un episodio simpatico occorsogli ai
Giochi Olimpici di Londra con il celebre e attempato C.T. della Nazionale di
calcio Vittorio Pozzo: «Una mattina non riuscivo a farmi la barba e mi procurai
anche una ferita. Pozzo, entrato in quel momento, mi bloccò il sangue con
l´allume di Gianni Rocca, il 400ista di riserva che mi sostituì in staffetta, e
prese personalmente a radermi, portando a termine il compito meglio di un
barbiere».
Per tanti anni si è
distinto nel Consiglio Direttivo nazionale e come presidente della sezione di
Catania «Francesco Fontanarosa» dell´Unvs. Grande amico di Edoardo Mangiarotti
e del marciatore catanese Gianni Corsaro, più giovane di lui di due anni, con il quale s´incontrava quasi tutti i giorni
in via Etnea. Con Gianni divise sia l´emozione della prima convocazione azzurra
il 3 luglio 1948 a Firenze nell´incontro Italia-Svizzera che la partecipazione
olimpica a Londra ed ebbe un dolore immenso quando morì nel 2006. Di Ottavio
Missoni, stilista, ma prima ancora campione di atletica, diceva con dovizia di
particolari: «C´era un´intesa perfetta tra noi. Io facevo il primo quarto e lui
il secondo. Non era necessario che ci guardassimo, doveva solo allungare il
braccio e al mio segnale, hop!, capiva che doveva correre a più non
posso».
Provato negli ultimi
anni dalla scomparsa della moglie Maria che adorava, aveva riversato ancor di
più tutto il suo affetto ai figli e ai nipoti.
Ai figli Rosaria e
Tuccio, il genero Ennio, la nuora Mimma, i nipoti, vanno, in questo momento di
dolore, le condoglianze di tutta l´Unvs.