da “Il Veterano dello
sport” n. 2 / marzo-maggio 2014
ETICA
Cominciamo dalla scuola...
Smascherare i dopati, ma prima ancora educare al rispetto delle
regole
e all’etica della competizione
di Giocondo Talamonti
Con ripetitività
sconcertante e con altrettanta regolarità, un altro fatto di doping nello sport
viene alla luce. Un bobista italiano, William Frullani, viene beccato positivo
alla dimethylamylamine durante le Olimpiadi di Sochi. Ma perché ricorrerci,
visto che ogni scorrettezza alla fine affiora?
La risposta è tragica e
lascia poche speranze a chi lotta per la lealtà nello sport. Con buona pace dei
donchisciotte dell’onestà, è evidente che solo una minima parte degli illeciti
viene scoperta. Una percentuale talmente ridotta da consigliare di poter
correre il rischio e farla franca. Il ricorso a sostanze proibite è, purtroppo,
percentualmente rilevante; i laboratori d’analisi non sono attrezzati a
individuare tutti gli elementi chimici vietati e, quel che è peggio, certi
organismi hanno interesse a chiudere colpevolmente gli occhi su situazioni eclatanti
per costruire falsi campioni (leggi Tour de France e Armstrong); uno stuolo di
medici e chimici si districano agevolmente fra alambicchi e ampolle per rendere
sempre più complicato individuare l’uso di sostanze proibite.
Un esempio pessimo per i
giovani e per chiunque altro si appresti a misurare le proprie capacità fisiche
e mentali con un avversario. Il fenomeno, quando si verifica in competizioni
internazionali, investe l’immagine di un’intera nazione con danni incalcolabili
per la credibilità del paese.
La tolleranza è stata
eccessiva in tempi meno esigenti, ora la volontà di reagire al fenomeno esiste,
ma non è accompagnata da tecniche di rilevazione del fenomeno capaci di stare
almeno
in linea con i progressi
dei trasgressori.
Nella rincorsa, tuttavia,
non si deve concentrare ogni attenzione.
L’obiettivo non è come
smascherare i dopati, ma educare i soggetti al rispetto delle regole e
all’etica della competizione, inculcando principi di lealtà sportiva, utile nel
confronto e in ogni altro contesto sociale.
Prima digestio fit in ore,
la prima digestione avviene nella bocca, dicevano i latini. Ecco, allora anche noi
cominciamo dalla scuola, incidendo sull’educazione dei giovani e invitiamoli a
riflettere
sugli effetti del doping
come negazione di onestà e lealtà sportiva e a combatterne il ricorso in un’ottica
di etica individuale e collettiva.