da “Il Veterano dello
sport” n. 2 / marzo-maggio 2014
IL
COORDINATORE DEI DELEGATI REGIONALI
SOLLECITA
RISORSE PER FORMARE NUOVI DIRIGENTI
di Giampiero
Carretto
Carretto Giampiero |
Come
sempre il discorso non vale per i tanti delegati che svolgono con solerzia e
dedizione il loro compito e neppure deve suonare come censura per chi
probabilmente ha incontrato oggettive difficoltà ad operare. Certo è che il ruolo
di chi deve coordinare, aiutare, amalgamare diventa più difficile se non
giungono contributi, o se giungono frammentati e poco puntuali, e se non si
viene a conoscenza dell’operato di importanti spicchi della realtà nazionale.
Senza
dare colpe o addossare responsabilità occorrerà fare giuste e ponderate
considerazioni e valutazioni magari studiando un nuovo protocollo degli
incarichi e delle iniziative nelle quali si devono muovere i delegati.
Pur
rispettando le disposizioni statuarie e le indicazioni del regolamento organico Unvs, nella attuale situazione e in un contesto sociale molto difficile nei quali i
delegati operano, occorre inderogabilmente, a mio modesto avviso, procedere a un
cambiamento operativo.
Occorre forse dare
programmi e compiti precisi, magari con incentivi a traguardi? Certo è che
taluni delegati di nuova nomina, pur persone capaci e volonterose, arrancano
probabilmente anche per la difficile comprensione e interpretazione del loro
ruolo. Si aggiunga che spesso manca una adeguata formazione dirigenziale sportiva,
una maggior conoscenza di equilibri e rapporti interpersonali sul territorio e
che talvolta vengono meno i necessari stimoli per sbloccare il sistema.
Laddove si registrano
assenze pesanti e scarsa attenzione, il prezzo che si paga è molto pesante, sia
in termini di calo di tesserati, che di chiusure di sezioni con altre che vivacchiano
prive di entusiasmi e con scarse attività. Va da sè che in tali contesti non si
possa certo sperare nell’apertura di nuove sezioni.
In sostanza penso e
credo che l’Unvs debba investire in risorse per aiutare maggiormente i delegati
che ben operano cercando al tempo stesso di creare una nuova e più vigorosa figura
di delegato laddove sono maggiori le difficoltà. Nuovi stimoli e nuovi criteri
di sviluppo magari con maggior responsabilità e autonomia operativa, purché in stretta
collaborazione con l’importante organo della Consulta Regionale e a stretto
contatto con il coordinatore nazionale dei delegati, il quale deve essere messo
in condizioni di dare continui suggerimenti e fornire costante assistenza.
Quando si fa cenno all’investimento di risorse da parte del Nazionale si
sottintende un’azione di affiancamento, se necessario di tutela e perfino una sorta
di formazione specifica per dar vita al buon delegato: capacità di relazione,
preparazione culturale socio sportiva, valenza organizzativa con capacità di
scegliere e attorniarsi di validi collaboratori, individuazione, nelle sezioni,
di persone competenti in specifici settori sportivi perché diventino perno di sviluppo
operativo e riferimento sportivo in tutta la regione.
Personalmente, in
coscienza e in pratica, ho cercato di operare in tale direzione anche se
purtroppo i risultati non sono sempre stati quelli da me sperati ricercati e
voluti. E neppure quanto auspicava il nostro Consiglio Nazionale. Per questo motivo
ho sollecitato quest’ultima, essendone ascoltato, ad un ulteriore sforzo, con
investimento di risorse, per far crescere la realtà decentrata e creare figure
di supporto più incisive e motivate. Ne riparleremo presto!
Un abbraccio veterano
a voi tutti.