da "Il Veterano
Sportivo" Aprile 1988
La leggenda
di Agesilao Greco
Nato 122 anni fa a Caltagirone,fu
definito
il più grande spadaccino del secolo.
A 18
anni era già maestro d'armi e fondò
poi la
Federazione Italiana di Scherma.
Centoventidue anni fa' a Caltagirone (Catania), nasceva
Agesilao Greco esattamente il 17 gennaio 1866. «Fu definito il più grande
spadaccino del secolo: a soli 18 anni era già maestro d'armi, fondò la
Federazione Italiana
della Scherma; non fu mai battuto in alcuna competizione». Così Santi Correnti,
docente di Storia e Filologia Siciliana all'Università di Catania lo definisce
sinteticamente nella rubrica « calendario siciliano» del giornale «La Sicilia»
di Catania.
Agesilao Greco ha rappresentato per la Sicilia, un genuino
campione, un grandissimo dello sport e, four di dubbio, una stella di prima
grandezza nel firmamento sportivo: il suo nome è legato alla scherma in modo
leggendario, così come la scherma è legata allo sport.
Agesilao Greco, marchese di Chiaromonte, è stato uno dei più
grandi spadaccini di tutti i tempi. È stato uno degli ultimi ad avere alcuni
colpi segreti e a non svelare ad alcuno, ha partecipato a parecchi tornei
equestri affrontando anche più di un anniversario alla volta.
Nel 1896 si rese protagonista di una vicenda passata dalla
semplice aneddotica alla leggenda e alla storia e che assunse in quei tempi ben
ampi echi e significati.
Durante una riunione schermistica a Vienna, al Wiener
Herrenclub, in onore dell'Arciduca d'Austria Ranieri con la presenza del corpo
diplomatico al completo Al cerimoniale uno schermidore belga, certo Verbruge,
aveva deliberatamente ignorato Costantino Nigra, ambasciatore d'Italia in
Austria, la «cosa» non aveva convinto tanto lo schermidore calatine che non
appena si trovò l'atleta belga in gara, già sin dalle prime battute, fece volare l'arma all'antagonista che andò a depositarsi dinanzi ai piedi
dell'ambasciatore italiano, facendo così, inchinare davanti a Costantino Nigra
l'incauto belga. Questo evento, si verificò per due volte consecutive e Greco,
oltre a vincere l'avversario, aveva in qualche modo salvato l'immagine
dell'Italia e del suo ambasciatore. Morì a Roma nel 1963, all'età di 97 anni.
Umberto Mario Carro