Il
viaggio come modo di fare vacanza
di GS Martino Di Simo
(2015)
A dx Paolo Toso e Martino Di Simo |
Era un lunedì, esattamente il 10 agosto e il
caldo regnava su tutta la Sicilia. Ero seduto al bar del Park Jonio di
Roccalumera, davanti ad una buona granita al limone, nel vano tentativo di
rinfrescarmi un po’. Sul mio lato sinistro, che dava sull’ingresso, arriva una
motoretta variopinta con una bandiera italiana legata allo zaino in spalla e
due sacchi allacciati al paraspruzzi. Il motociclista mette sul cavalletto il
suo mezzo di locomozione e si dirige verso di noi, seduti al tavolo.
Dall’aspetto capisco che è un motociclista, non della prima ora, di quelli
tosti e chiede se c’è lo spazio per montare una tendina per una notte.
Antonio,
proprietario dell’area, lo accompagna, dove sono sistemate le tende per i
campeggiatori, Seguo, con lo sguardo incuriosito il “personaggio” con la sua
moto. Quando ritorna da noi, per bersi una birra fresca, ne approfitto per
andare a vedere e fotografare il suo scooter. La mia naturale intuizione mi
diceva che stavo scoprendo una manifestazione di cui non avevo mai sentito
parlare ma doveva avere il suo fascino.
In molti mi dicono
che “attaccare bottone” per me è di una facilità estrema e così dopo pochi
minuti mi sono trovato a parlare con il signor Paolo Toso, di questa sua
presenza a una strana manifestazione. Ci siamo seduti al tavolo del bar e
mentre lui sorseggiava la sua birra, m’illustrava come si svolge questo
singolare e insolito raduno di vari appassionati di moto.
La mia prima domanda
fu quella per capire cosa sia “Il Crazy
Italian Rally”. Paolo mi descrive questo particolare Rally, che è alla sua
seconda edizione. “E’ una “corsa” non competitiva che prevede la traversata
della penisola da nord a sud, da Biella (BI) precisamente da Tollegno a
Pachino-Marzamemi (SR). La partenza è avvenuta il due agosto e la sera prima è
stata indetta una grande festa, un pre star party, che è stata utile per fare
amicizia con i vari partecipanti e prendere gli ultimi accordi con
l’organizzatore. La distanza è di circa 2000 Km e devono essere percorsi a
bordo di veicoli a due o tre ruote, con cilindrata pari a 50cc: vespa, ape,
ciao, insomma i mitici cinquantini, che hanno caratterizzato l’adolescenza di
tutti noi. E per i più coraggiosi, dal 2015, sono state incluse anche le biciclette! Sono ammessi anche
i 125 cc., l’equipaggio deve essere composto di due persone”. Mi spiega che” ci
sono poche ma fondamentali regole e ogni persona o equipaggio deve rispettare
cioè raggiungere la destinazione entro la data prestabilita, percorrendo la
strada che ritiene più confacente al proprio mezzo. E’ questo e non
l’equipaggio che deve raggiungere l’arrivo, perciò è possibile che più
equipaggi si diano il cambio facendo un tratto del percorso. Ogni partecipante
decide dove e quando fermarsi, alloggiare e dormire dove ritiene più opportuno,
tutto questo per dare anche la possibilità di fare del turismo. Non potendo
percorrere autostrade, il viaggiare sulle vecchie strade, anche secolari,
permette di gustare in tutta la sua integrità, i vari paesaggi che l’Italia
propone in ogni angolo. In questa conversazione al tramonto di una sera
siciliana mi confessava che “questa esperienza è alquanto faticosa, percorrendo
queste secolari strade, molte tracciate dai romani e attraversando paesino dopo
paesino si ha l’occasione di osservare come vive la gente, cosa che non
apprezzi più con la velocità delle nostre autostrade". “In ogni città o paese in cui mi sono
fermato ho trovato una grande ospitalità da parte degli abitanti e delle forze
dell’ordine che mi hanno aiutato a uscire da Roma e Napoli.”
Paolo Toso con i titolari del Park Jonio |
Proseguendo
la chiacchierata capisco che per raggiungere la Sicilia. Paolo, ha preferito
percorrere le strade lungo il Tirreno, mentre i partecipanti con ape o
biciclette, hanno scelto di passare dall’Adriatico, essendo le strade più
pianeggianti, perciò meno impegnative per i mezzi e per i cambi di equipaggi
previsti. Paolo ha fatto la prima parte del percorso fino a Pisa assieme all’equipaggio
Arianna e Antonietta, due signore che guidavano una Piaggio Ape cross 50cc..
“Domani quando parto, voglio andare a vedere le gole
dell’Alcantara e salire sull’Etna” Al mattino successivo ci
salutiamo con la promessa di risentirci appena arrivato a casa. Lo guardo un
po’ perplesso e immagino la fatica del suo Scooter Aprilia 50 SR a salire fino
alla cima del vulcano!!! E’ il coraggio degli uomini coraggiosi che non hanno
limiti personali e si sentono sicuri del loro mezzo di trasporto.
Dopo dieci
giorni di odissea immersi nella cultura mediterranea,
dall’arte, nella natura, o dalle varie cucine regionali, sempre cavalcando il
fedele destriero, in compagnia delle poche cose che è riuscito a far stare
nello zaino, il traguardo della bella cittadina di Marzamemi lo attende dopo
aver percorso oltre duemila km, impregnati di odori di miscela e motore
surriscaldato.
Preciso come un orologio
svizzero, Paolo Toso, il 14 agosto si è presentato nella Piazza di Marzameni e
assieme agli altri equipaggi, ha festeggiato la fine dell’avventura.
Finiti
i vari convenevoli, tra un brindisi e l’altro ognuno ha da raccontare le varie
vicissitudini dovute affrontare durante il “rally”, terminate le cene e le
promesse di ritrovarsi il prossimo hanno, i partecipanti dovevano affrontare il
problema del rientro presso le proprie abitazioni.
Dopo alcuni giorni dal termine
una volta arrivato a casa, Paolo mi ha raccontato che ha voluto proseguire la
conoscenza della terra siciliana, andando a visitare, sempre con il suo fido
scooter, Marsala, Trapani, Agrigento e Palermo dove, la nave lo attendeva per
portarlo a Genova.
“Ci sarai il prossimo
anno?” “ Non lo so Martino, l’organizzatore vorrebbe rendere famoso “Il Crazy
Italian Rally”, come per noi motociclisti è la “Milano - Taranto”. L’adrenalina
che provi la prima volta che lo fai non è uguale negli anni successivi.
L’emozione di vedere posti mai visti, gente nuova, non è uguale nelle edizioni
successive, è qualcosa già visto, già sperimentato, già quasi organizzato,
perdi il fascino dell’avventura. L’unica cosa che ti lega, è la passione per la
moto, l’incertezza di un mezzo così piccolo, nel fargli percorrere tanti
chilometri in pochi giorni.
Quello che quest’anno è mancato è lo stare
tutti assieme, se uno ha un problema risolverlo uniti, passare le serate o
visitare luoghi sconosciuti, in sostanza la formazione del gruppo. La voglia
c’è, anche se le spese da affrontare non sono poche, però lo farei con persone
che non hanno mai fatto questa esperienza per vedere, apprezzare quello che la
nostra nazione offre, dalla natura, alle persone, al mangiare”.
Paolo Toso in partenza per Pachino |
Per meglio
comprendere lo spirito di questo “rally” desidero riportare quanto pubblicato
sul loro sito e cioè una lettera di un partecipante all’edizione 2014.
Perché
fare il CrazyItalianRally?
Tratto da
una lettera di Enrico, Rally ’14 Ape P-501
“Molti mi hanno chiesto perché io
abbia deciso di affrontare questa piccola grande avventura. Lo faccio perché
non ho paura di conoscere gente nuova, di affrontare i problemi che sicuramente
sorgeranno durante il viaggio, di obbligarmi a condividere i momenti più
intensi con altre persone, di incazzarmi o di rischiare di rimanere a piedi
perché l’Ape ha deciso di abbandonarmi. Non sono appassionato di motori, e mai
lo sarò, ma mettersi alla prova è l’unico modo per poter crescere. Partecipo al
Crazy Italian Rally perché rifiuto
l’idea di vacanza preconfezionata, non voglio “venire viaggiato”, essere
trasportato come un pacco e, all’arrivo, subire la liturgia standardizzata del
“cocktail di benvenuto”, del “risveglio muscolare”, dello “spettacolo degli
animatori”; sono un uomo, non un cliente. La vacanza la devo vivere. Credo che
si dovrebbe riscoprire il viaggio come modo di fare vacanza e non come
esclusivo momento di noioso trasporto del proprio corpo da un luogo ad un
altro, possibilmente condito dalle più varie distrazioni ….”
P.S.
Consigliamo
alle persone con scarso spirito di adattamento e non molto propense
all’avventura di abbandonare il sito e rivolgersi ad una comunissima agenzia
viaggi.
Grazie.
Credo che nel
compiere queste avventure, oltre ad avere uno spirito sportivo, c’è la forza di
confrontarsi con l’ignoto e per compiere queste avventure ci vuole un pizzico
di pazia.
Per maggiori
informazioni http://www.crazyitalianrally.com/index.php?lang=it