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venerdì 9 ottobre 2015

Il viaggio come modo di fare vacanza

Il viaggio come modo di fare vacanza

di GS Martino Di Simo (2015)

A dx Paolo Toso e Martino Di Simo
Era un lunedì, esattamente il 10 agosto e il caldo regnava su tutta la Sicilia. Ero seduto al bar del Park Jonio di Roccalumera, davanti ad una buona granita al limone, nel vano tentativo di rinfrescarmi un po’. Sul mio lato sinistro, che dava sull’ingresso, arriva una motoretta variopinta con una bandiera italiana legata allo zaino in spalla e due sacchi allacciati al paraspruzzi. Il motociclista mette sul cavalletto il suo mezzo di locomozione e si dirige verso di noi, seduti al tavolo. Dall’aspetto capisco che è un motociclista, non della prima ora, di quelli tosti e chiede se c’è lo spazio per montare una tendina per una notte.
Antonio, proprietario dell’area, lo accompagna, dove sono sistemate le tende per i campeggiatori, Seguo, con lo sguardo incuriosito il “personaggio” con la sua moto. Quando ritorna da noi, per bersi una birra fresca, ne approfitto per andare a vedere e fotografare il suo scooter. La mia naturale intuizione mi diceva che stavo scoprendo una manifestazione di cui non avevo mai sentito parlare ma doveva avere il suo fascino.
In molti mi dicono che “attaccare bottone” per me è di una facilità estrema e così dopo pochi minuti mi sono trovato a parlare con il signor Paolo Toso, di questa sua presenza a una strana manifestazione. Ci siamo seduti al tavolo del bar e mentre lui sorseggiava la sua birra, m’illustrava come si svolge questo singolare e insolito raduno di vari appassionati di moto.
La mia prima domanda fu quella per capire cosa sia “Il Crazy Italian Rally”. Paolo mi descrive questo particolare Rally, che è alla sua seconda edizione. E’ una “corsa” non competitiva che prevede la traversata della penisola da nord a sud, da Biella (BI) precisamente da Tollegno a Pachino-Marzamemi (SR). La partenza è avvenuta il due agosto e la sera prima è stata indetta una grande festa, un pre star party, che è stata utile per fare amicizia con i vari partecipanti e prendere gli ultimi accordi con l’organizzatore. La distanza è di circa 2000 Km e devono essere percorsi a bordo di veicoli a due o tre ruote, con cilindrata pari a 50cc: vespa, ape, ciao, insomma i mitici cinquantini, che hanno caratterizzato l’adolescenza di tutti noi. E per i più coraggiosi, dal 2015, sono state incluse anche le biciclette! Sono ammessi anche i 125 cc., l’equipaggio deve essere composto di due persone”. Mi spiega che” ci sono poche ma fondamentali regole e ogni persona o equipaggio deve rispettare cioè raggiungere la destinazione entro la data prestabilita, percorrendo la strada che ritiene più confacente al proprio mezzo. E’ questo e non l’equipaggio che deve raggiungere l’arrivo, perciò è possibile che più equipaggi si diano il cambio facendo un tratto del percorso. Ogni partecipante decide dove e quando fermarsi, alloggiare e dormire dove ritiene più opportuno, tutto questo per dare anche la possibilità di fare del turismo. Non potendo percorrere autostrade, il viaggiare sulle vecchie strade, anche secolari, permette di gustare in tutta la sua integrità, i vari paesaggi che l’Italia propone in ogni angolo. In questa conversazione al tramonto di una sera siciliana mi confessava che “questa esperienza è alquanto faticosa, percorrendo queste secolari strade, molte tracciate dai romani e attraversando paesino dopo paesino si ha l’occasione di osservare come vive la gente, cosa che non apprezzi più con la velocità delle nostre autostrade". “In ogni città o paese in cui mi sono fermato ho trovato una grande ospitalità da parte degli abitanti e delle forze dell’ordine che mi hanno aiutato a uscire da Roma e Napoli.”
Paolo Toso con i titolari del Park Jonio
Proseguendo la chiacchierata capisco che per raggiungere la Sicilia. Paolo, ha preferito percorrere le strade lungo il Tirreno, mentre i partecipanti con ape o biciclette, hanno scelto di passare dall’Adriatico, essendo le strade più pianeggianti, perciò meno impegnative per i mezzi e per i cambi di equipaggi previsti. Paolo ha fatto la prima parte del percorso fino a Pisa assieme all’equipaggio Arianna e Antonietta, due signore che guidavano una Piaggio Ape cross 50cc..
“Domani quando parto, voglio andare a vedere le gole dell’Alcantara e salire sull’Etna” Al mattino successivo ci salutiamo con la promessa di risentirci appena arrivato a casa. Lo guardo un po’ perplesso e immagino la fatica del suo Scooter Aprilia 50 SR a salire fino alla cima del vulcano!!! E’ il coraggio degli uomini coraggiosi che non hanno limiti personali e si sentono sicuri del loro mezzo di trasporto.
Dopo dieci giorni di odissea immersi nella cultura mediterranea, dall’arte, nella natura, o dalle varie cucine regionali, sempre cavalcando il fedele destriero, in compagnia delle poche cose che è riuscito a far stare nello zaino, il traguardo della bella cittadina di Marzamemi lo attende dopo aver percorso oltre duemila km, impregnati di odori di miscela e motore surriscaldato.
Preciso come un orologio svizzero, Paolo Toso, il 14 agosto si è presentato nella Piazza di Marzameni e assieme agli altri equipaggi, ha festeggiato la fine dell’avventura.
Finiti i vari convenevoli, tra un brindisi e l’altro ognuno ha da raccontare le varie vicissitudini dovute affrontare durante il “rally”, terminate le cene e le promesse di ritrovarsi il prossimo hanno, i partecipanti dovevano affrontare il problema del rientro presso le proprie abitazioni.
Dopo alcuni giorni dal termine una volta arrivato a casa, Paolo mi ha raccontato che ha voluto proseguire la conoscenza della terra siciliana, andando a visitare, sempre con il suo fido scooter, Marsala, Trapani, Agrigento e Palermo dove, la nave lo attendeva per portarlo a Genova.
“Ci sarai il prossimo anno?” “ Non lo so Martino, l’organizzatore vorrebbe rendere famoso “Il Crazy Italian Rally”, come per noi motociclisti è la “Milano - Taranto”. L’adrenalina che provi la prima volta che lo fai non è uguale negli anni successivi. L’emozione di vedere posti mai visti, gente nuova, non è uguale nelle edizioni successive, è qualcosa già visto, già sperimentato, già quasi organizzato, perdi il fascino dell’avventura. L’unica cosa che ti lega, è la passione per la moto, l’incertezza di un mezzo così piccolo, nel fargli percorrere tanti chilometri in pochi giorni.
 Quello che quest’anno è mancato è lo stare tutti assieme, se uno ha un problema risolverlo uniti, passare le serate o visitare luoghi sconosciuti, in sostanza la formazione del gruppo. La voglia c’è, anche se le spese da affrontare non sono poche, però lo farei con persone che non hanno mai fatto questa esperienza per vedere, apprezzare quello che la nostra nazione offre, dalla natura, alle persone, al mangiare”.
Paolo Toso in partenza per Pachino
Per meglio comprendere lo spirito di questo “rally” desidero riportare quanto pubblicato sul loro sito e cioè una lettera di un partecipante all’edizione 2014.

Perché fare il CrazyItalianRally?
Tratto da una lettera di Enrico, Rally ’14 Ape P-501

            “Molti mi hanno chiesto perché io abbia deciso di affrontare questa piccola grande avventura. Lo faccio perché non ho paura di conoscere gente nuova, di affrontare i problemi che sicuramente sorgeranno durante il viaggio, di obbligarmi a condividere i momenti più intensi con altre persone, di incazzarmi o di rischiare di rimanere a piedi perché l’Ape ha deciso di abbandonarmi. Non sono appassionato di motori, e mai lo sarò, ma mettersi alla prova è l’unico modo per poter crescere. Partecipo al Crazy Italian Rally perché rifiuto l’idea di vacanza preconfezionata, non voglio “venire viaggiato”, essere trasportato come un pacco e, all’arrivo, subire la liturgia standardizzata del “cocktail di benvenuto”, del “risveglio muscolare”, dello “spettacolo degli animatori”; sono un uomo, non un cliente. La vacanza la devo vivere. Credo che si dovrebbe riscoprire il viaggio come modo di fare vacanza e non come esclusivo momento di noioso trasporto del proprio corpo da un luogo ad un altro, possibilmente condito dalle più varie distrazioni ….”
 P.S.
Consigliamo alle persone con scarso spirito di adattamento e non molto propense all’avventura di abbandonare il sito e rivolgersi ad una comunissima agenzia viaggi.
Grazie.
Credo che nel compiere queste avventure, oltre ad avere uno spirito sportivo, c’è la forza di confrontarsi con l’ignoto e per compiere queste avventure ci vuole un pizzico di pazia.
Per maggiori informazioni  http://www.crazyitalianrally.com/index.php?lang=it