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venerdì 30 maggio 2014

SEZ. NAPOLI Fratelli Salvati Le capacità di carico fisicofisiologico sull’apparato locomotore in età adolescenziale

da “Il Veterano dello sport” n. 2 / marzo-maggio 2014

SEZIONE DI NAPOLI Fratelli Salvati
Le capacità di carico fisicofisiologico
sull’apparato locomotore in età adolescenziale

di FinizioFinizio

Indetto dal Coni Campania e alla presenza del senatore Cosimo Sibilia, il convegno, svoltosi nella Sala Guido Pepe del Coni, è stato organizzato dalla sezione Unvs Fratelli Salvati di Napoli, dalla Scuola Regionale dello Sport, dal Comitato campano della Federpesistica e dal Panathlon Club Napoli. Sergio Roncelli e Antonino Chieffo hanno rappresentato, rispettivamente, il massimo organo sportivo provinciale e la Scuola Regionale dello Sport.

Ad aprire i lavori della riunione Enzo Petrocco, presidente dell’Unvs Napoli, e a presiederla Mimmo di Martino, presidente del Panathlon Club Napoli. Autorevole moderatore dell’evento Michele Marzullo, dirigente A. U. Medico del secondo Policlinico dell’Università Federico II. Alla presenza di numerosi addetti ai lavori si è svolta una panoramica a tutto tondo per quello che riguarda la prevenzione da svolgere per evitare, non solo agli sportivi, danni alle articolazioni, muscoli e tendini.

Si sono alternati nelle sapienti relazioni: Vito Leonardi, docente della Scuola Regionale dello Sport, che ha posto l’accento sulle sollecitazioni meccaniche che subiscono le articolazioni in età adolescenziale; Augusto Barone, specialista in medicina dello sport, che ha trattato i fattori stressogeni nel sistema osseo in età evolutiva; Marcello Monda, direttore della Scuola di specializzazione Medicina dello Sport Università Federico II, che ha sviluppato il tema l’apparato muscolare tendineo, con particolare riferimento ai tendini, parenti poveri delle articolazioni e muscoli. Ha chiuso i lavori del convegno Annamaria Meterangelis, ieri eccellente giocatrice di basket di serie A, oggi psicologa psicoterapeuta nello staff Posillipo Pallanuoto, che ha discusso il carico di lavoro mentale sull’atleta, ha, altresì, sottolineato che un errato approccio con un atleta in giovane età può determinare l’abbandono sportivo dello stesso, ha, poi, chiuso la relazione con esperienze personali.